Casa del Glicine

Un approccio artistico - poetico al progetto dà corpo agli interni di questa casa su due livelli che Trusso ama chiamare "Casa del Glicine".

Progetto di Renato Trusso, architetto

Testo di Maria Galati, architetto

Foto Sarah Angel Bezzecchi

Casa monofamiliare Ravenna

Nella città d’arte di Ravenna, che con i suoi 1500 anni di storia è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, l’architetto Renato Trusso ha ristrutturato un’abitazione su due livelli; qui arte, architettura e storia sono fuse in un progetto dove le tracce del passato e una personalissima interpretazione del “genius loci” si integrano e si fondono. Partendo dallo svuotamento totale dei vecchi setti murari, il nuovo progetto si sviluppa su due livelli, intesi dal progettista in modo differente.

Il piano terra ha un’immagine contemporanea, minimalista, con spazi aperti e colori freddi; mentre il piano superiore, con le sue antiche travature lignee, e i suoi affacci sulle architetture monumentali della città, mantiene un’impronta più tradizionale, sia nell’utilizzo dei materiali, sia nella scelta delle cromie.
Spazi aperti e luminosi, quinte dai colori pastello, pavimenti in resina per creare un ambiente arioso, moderno e dinamico.
Cucina su disegno; piano cottura, Franke; tavolo ”Fratino” e sedie “Lialta”, Zanotta; specchio “Marco Mazzei”.
Poltrona viola “Egg”, Friz Hansen; divano “Alfa” e tavolo “Bieder”, Zanotta. Forme sinuose, colori rilassanti, oggetti scultorei per il salotto antistante la camera da letto, battezzato “Le Ore del Meriggio”.
Divani “Bubble rock”, Living Divani; tavolo in fusione di alluminio, Alivar; porta CD a parete, Rude Bravo; panca Tv su disegno.
Tutto ciò senza rinunciare all’utilizzo di pezzi di design di forte impatto e a scelte audaci.
Come all’interno di un palazzo antico il visitatore, nel progetto dell’architetto Trusso, vive i luoghi dell’abitare come sale di un piccolo museo.
Sale definite e differenziate le une dalle altre, nelle funzioni, nei colori, negli arredi, nel nome.
All’ingresso, ci accoglie la “Sala dei Giochi”, dedicata alla lettura e al relax.
Adiacente ad essa, ispirandosi alla pianta del vecchio glicine in giardino, arriviamo nella “Sala dei Glicini”, il locale
adibito a zona salotto – pranzo. Le nuance con le quali sono state trattate le pareti della sala, ci rimandano in modo esplicito al colore del fiore.
Attraverso una scultorea scala elicoidale, metafora di una iridescente conchiglia marina, arriviamo direttamente nella zona notte battezzata “La luce della Luna”.

Centralità del progetto: l’intervento di progettazione e interior decoration ha privilegiato l’aspetto poetico e storico dell’abitare. Ad ogni stanza è stato attribuito un nome, come nei palazzi antichi, e il colore ne enfatizza le differenze.
È stata creata una dimora di rappresentanza, su due piani, frutto di una sofisticata reinterpretazione del “genius loci”.
La velature delle pareti e il color miele del rovere, contribuiscono a rendere accogliente e morbida l’atmosfera della camera. Il letto di linea asciutta, quasi monacale, si accompagna a un comodino particolare, ricavato da una vecchia macina indiana dipinta di avorio. Nell’ambiente attiguo, chiamato “Le Ore del Meriggio”, la rigidità degli spazi è stata interrotta da due grandi divani dalla forme sinuose. Nel bagno, elementi di design contemporaneo si accostano a pezzi d’ispirazione decisamente pop, come il divanetto in metacrilato giallo acido. Una nota fluorescente che ben si sposa con la parete viola scuro.