CIFRE DI INEDITO URBANO
E’ una riflessione sul disegno architettonico della metropoli contemporanea.
Nel contesto attuale della crisi economico-politica l’utopica prospettiva di una città globale uniforme negli stili di urbanizzazione e nella verticalità dei monumenti, mostra tutta la sua fragilità progettuale.
La città, che è sito di una cultura, di una lingua, di una tradizione, non può essere esportata come modello aspecifico e disconnesso dal tessuto di relazioni e della tradizione di una particolare civiltà.
Il modello architettonico della città globale, che risulta esasperatamente uniforme, corrisponde ad una ideologia della globalizzazione, deve cioè corrispondere a un’idea del dominio del globo divenendone il logo, il simbolo, il dispositivo del potere.
Nelle Visioni di Trusso la combinazione di materiali, volumi e colori che si destreggiano fra il vegetale, il residuo chimico-polimerico e i metalli, è l’effetto di un gioco, apparentemente semplice, nel quale si mostra l’essenza della città globale che ha perso specificità culturale.
L’intervento dell’artista consiste nel sovvertire il canone della progettazione laddove separa l’architettura-paesaggio dalla natura in quanto tale per fornire nuovi elementi di una città inedita: tetti di spugna, alberi di metallo, grattacieli di poliuretano.
L’opera rappresenta la cristallizzazione di un momento alterato di vita, dove gli oggetti assurgono a simboli di un microcosmo d’invenzione.
E’ la costruzione di un mondo onirico che restituisce il silenzio e l’armonia.
Dal ricordo istantaneo e immateriale si passa alla presenza di un corpo fisico, “perenne” che è un “qui ed ora”, ma che ad un tempo conduce in un “altrove”; da un’immagine mentale si costruisce una “Scatola della meoria” lirico-simbolica che, come tale, è sempre trasfigurata e restituita al sogno.